Sabato 17 ottobre 2020 alle ore 21 il Teatrino di Bisanzio porta in scena “Che fine ha fatto Betty Boop?”.
Sul palco, Andrea Benfante – che cura anche la regia – e Anna Giarrocco.
Betty Boop: una donna, seppure d’inchiostro. Eppure, questa brunetta dai grandi occhioni e dalle vesti succinte è entrata ormai da tempo nell’immaginario collettivo come primo sex symbol dei cartoni animati. Anche se fu solo un cartoon, la triste parabola che la vide protagonista negli anni ’30 è analoga a quella di tante donne sfruttate dallo star system della nascente Hollywood. Un pretesto per raccontare l’ennesima figura femminile strumentalizzata nel consueto modus dell’ “usa e getta” tanto consueto ieri come oggi.
E allora che fine ha fatto Betty Boop? Semplice. Come tante stelle é stata lasciata ad ammuffire. Nel suo caso, su un’enorme scrivania assieme ad un compagno di sventure: Ko-Ko il clown, crudele e meschino carceriere della protagonista, altra “star” dei cartoni, dimenticato anch’esso dagli anni ’30.
«L’idea di portare in scena Betty Boop – svela il regista Andrea Benfante – nasce dal nostro amore per tutti quegli argomenti dal sapore un po’ retrò. Ma allo stesso tempo si tratta anche di un modo non solo per raccontare una storia sconosciuta, ma anche per portare alla luce la condizione femminile della Hollywood degli anni ’30. Perché Betty Boop, anche se un cartone animato, visse la triste trafila di tante sue coeve in carne e ossa».
E se questi due cartoons avessero avuto una vita al di fuori degli schermi cinematografici, cosa sarebbe accaduto? Lo spettacolo parte da questo interrogativo: Betty e Ko-Ko, prigionieri da anni nell’ufficio del loro creatore, in un malatissimo rapporto d’amore e odio, d’invidia e bassezze, trascendono la loro essenza di cartoni animati per diventare personaggi mossi dalle dinamiche dell’umanità che ci compenetra tutti, dinamiche universalmente “popolari”. Ed ecco allora Betty, donnina sfruttata da un’emancipazione femminile fasulla, dettata ancora una volta dall’uomo, pronto a gettarla nel cestino dei rifiuti. Ko-Ko invece, clown a tratti demoniaco pigmalione di Betty è l’oscuro carnefice che contribuisce in modo crudelmente cosciente alla perpetua divisione tra vincitori e vinti, sfruttando la sua condizione di maschio prevaricatore per sopraffare una volta di più la donna. Storie di vessazioni al sesso femminile che ancor oggi sono all’ordine del giorno. E ancora, storie di scandali, sesso, droga. Esattamente ciò che accadeva ad Hollywood già a partire dagli anni ’10!
Eppure si ride. E molto anche. Perché in fondo KoKo e Betty sono due cartoon. Si ride e ci si commuove, attraverso i classici del jazz e dello swing, attraverso i suoni cartoonistici delle martellate in testa e degli oggetti che si animano e parlano con loro, portando il pubblico in una dimensione allegramente patetica, proprio com’è la nostra vita. Una divertente poesia di suoni e note, che riempie gli occhi, appaga il cuore, fa pensare.
I biglietti costano 12 euro intero, 10 euro ridotto.
I posti a teatro saranno assegnati su prenotazione o comunque previa compilazione di appositi moduli all’ingresso (o scaricabili dal sito www.ilsipariostrappato.it).
Le poltrone saranno distanziate e gli spettatori dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina.
Lo staff del teatro provvederà a fornire gel sanificante sia all’ingresso (dove verrà misurata anche la temperatura corporea) sia al primo piano.
Gli abbonati possono disporre di un posto fisso a loro scelta per tutti gli spettacoli.
Info e prenotazioni: 3396539121