IL SOGNO DI FRIDA
testo e regia: Annapaola Bardeloni
con: Francesca Giacardi e Maria Teresa Giachetta
musiche: Stefan Gandolfo
scene: Cattivi Maestri e Francesca Bombace
costumi: Francesca Bombace
“La disabilità non è una coraggiosa lotta o il coraggio di affrontare le avversità. La disabilità è un’arte. È un modo ingegnoso di vivere”.
Neil Marcus
PERCHÉ RACCONTARE FRIDA KAHLO AI BAMBINI CON UNO SPETTACOLO TEATRALE
Frida è ispida, è sofferente e insofferente, è tutto il contrario delle principesse, delle fatine, delle bambine “belle e buone”.
Allora perché? Perché scegliere di raccontare proprio lei? Perché nessuno come lei ha rappresentato e rappresenta il potere salvifico dell’arte; senza sconti, senza coperture, senza mezzucci. Con il coraggio della sfida e l’anima vivace della Rivoluzione.
Raccontare Frida è raccontare il suo modo “ingegnoso” di affrontare la disabilità.
Raccontare Frida è parlare ai bambini della sofferenza (e anche della morte) con la leggerezza dei colori e con le immagini dei sogni che aiutano ad affrontare la
realtà.
CHI E’ LA NOSTRA FRIDA
La “nostra” è una Frida bambina e come tutte le bambine ha la testa piena di sogni.
Sogna di ballare, di correre, di saltare e, da grande di diventare medico.
Ma Frida non potrà ballare né correre né saltare e anche gli studi di medicina rimarranno solo un sogno. E’ piccola, troppo piccola quando la sua gamba destra si
trasformerà in un giunco sottile a causa della poliomielite. E sarà giovane, troppo giovane quando un incidente renderà il suo corpo “una corazza di gesso e di ferro”, costringendola a stare per giorni, mesi, anni in quella CASA AZZURRA che si trasformerà nella sua prigione amata e detestata.
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