Descrizione

Uno spettacolo del Teatro dell’Argine
di Nicola Bonazzi e Andrea Santonastaso
con Andrea Santonastaso
scenografie Carmela Delle Curti
aiuto regia Mattia De Luca
testo e regia Nicola Bonazzi

LO SPETTACOLO
Può essere segnata la strada di chi nasce in una famiglia di artisti? Quali conseguenze genera lo stupore di vedere il proprio padre e il proprio zio costantemente in televisione e poi ritrovarseli come compagni di giochi? E quali cortocircuiti accende nella memoria un immenso repertorio sonoro costruito da un nonno che maniacalmente ha riprodotto e catalogato, con un registratore a bobine (il cosiddetto “Geloso”), ore e ore di eventi famigliari, dai più banali (le feste casalinghe) ai più importanti (il primo giorno di scuola di Andrea, la prima trasmissione televisiva di Mario e Pippo)?
Andrea Santonastaso, coadiuvato in sede di scrittura e regia dall’amico di una vita Nicola Bonazzi, si interroga sulla sua vocazione-non vocazione all’arte attoriale, narra la meraviglia di appartenere a una famiglia speciale eppure normalissima, riepiloga i casi della vita orientandoli verso quello che sente di essere oggi e, come in un quaderno di appunti sorretto da preziosissime registrazioni sonore, costruisce il proprio personale “amarcord”.

NOTE A MARGINE
«Difficile per me dire che cos’è Da grande voglio fare l’aggettivo. Forse perché è tante cose insieme e ridurle ad una mi riesce complicato. Prima di tutto, e in origine, è un omaggio all’arte di Federico Fellini; in secondo luogo è il mio personale omaggio all’arte degli attori, alla loro comunicativa contagiosa, al coraggio di fare un lavoro non convenzionale e continuamente esposto allo scacco. Ma è anche un canto alla memoria, e alla constatazione che ognuno di noi, nostalgico
o meno, è quello che è in rapporto a quello che è stato, a quanto ha contato la propria famiglia» (Nicola Bonazzi).

«Mi sono chiesto: è possibile che qualcuno riesca a raccontarci attraverso il racconto di se stesso? Bonazzi ha scritto un testo teatrale prendendo spunto dai racconti che gli ho fatto della mia vita e della mia famiglia e poi mi ha diretto come regista insegnandomi a raccontarla come lo avrebbe fatto un attore vero (chissà se ora lo sono diventato), cioè distaccandosene come fosse la vita di tutti, in modo che raccontandola al pubblico, tutti ci avrebbero ritrovato loro stessi» (Andrea Santonastaso).

«Per quasi cinquant’anni, dal 1953, i momenti privati e non della famiglia Santonastaso sono stati fedelmente registrati da nonno Tommaso. Vien quasi da credere che non ci sia stata serata, pranzo o ricorrenza senza la presenza del caro vecchio Geloso, davanti al quale far scorrere la vita di tutti i giorni, con la certezza che niente andrà perso, non solo i ricordi, ma soprattutto le persone. Perché ad ascoltare quelle registrazioni ti fai l’idea di una famiglia felice e straordinariamente unita e, nel bene e nel male, ripensi alla tua, di famiglia» (Mattia De Luca)